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giovedì 6 giugno 2013

La nave è giunta a destinazione

Con questo post termina il nostro percorso alla scoperta della tecnologia delle navi e sulle tecniche di navigazione. Spero e sarei felicissimo di non avervi mai stufato e di avervi trasmesso almeno un po' della mia passione per questo fantastico tema.
Per concludere vi farò un riassunto di tutti gli argomenti che ho trattato nel mio blog inserendo opportuni link relativi ai post a cui mi riferisco. 

Siete pronti a ripercorre il nostro viaggio?

Per il mio blog sono partito dagli spunti che offre un romanzo che ho letto, dal titolo "Tai-Pan", e da molte altre fonti tra cui le lezioni del corso del professore Vittorio Marchis.
Durante le prime sue lezioni sono stato attirato da un metro delle invenzioni che riportava le più importanti invenzioni tra cui la nave a vapore e il sommergibile
Utile per ampliare la visione sul tema della navigazione è stato creare un proprio abbecedario e una mappa concettuale con le più importanti parole riguardo alle navi.
Ho riportato poi sul mio blog anche i luoghi, le persone e molte opere trattate durante le lezioni che meglio rappresentavano la navigazione, tra cui:
- Gli arsenali tra cui il più celebre Arsenale di Venezia
- Ugo di San Vittore - "Discascalicon de studio legendi"
- Valturio - "De re militari

Ho inoltre analizzato molti aspetti tra cui l'unità di misura per le velocità delle navi (nodo), la famosa Caravella, le tappe fondamentali della navigazione e preso in considerazione oggetti da cui si può imparare molto tra cui i francobolli, le copertine dei fumetti e gli spartiti musicali.
Fonti molto utili per ricostruire la storia furono i brevetti e le cartografie.

E se la navigazione fosse ... ?
- Un film
- Un poeta
- Una canzone
- Una persona

Siccome vi sono infiniti tipi di navi ho deciso di approfondire nel mio blog la nave a vapore con la sua prima imbarcazione nel mediterraneo e la sua comparsa nei cartoni animati.

Tai-Pan è un romanzo incentrato sulla navigazione dal quale si possono cogliere importanti informazioni già dalle prime pagine. Si può notare l'enorme differenza presente tra mondo occidentale e orientale nel XIX secolo, le difficoltà nel compiere lunghi viaggi e le diverse tipologie di imbarcazioni.

Vorrei infine ringraziare il professore del corso Vittorio Marchis che è riuscito a trasmettermi la passione per la storia e ad insegnarmi un divertente metodo di apprendimento grazie a questo blog.

Non mi resta che augurare a tutti voi una buona navigazione nella storia!! Ciao a tutti!

sabato 25 maggio 2013

La prima nave a vapore nel mediterraneo

È proprio nel XIX secolo che nel Regno delle Due
 Sicilie nasce il primo piroscafo del Mediterraneo, il "Ferdinando I", varato a Napoli nel 1818.
Fu merito del re Ferdinando I di Borbone e dell'aristocrazia napoletana che sostennero le proposte di uno straniero, il capitano marittimo francese Pietro Andriel. Ferdinando I gli consegnò il 17 gennaio 1817 il monopolio della navigazione a vapore sulle acque del Regno.
Sulla nave a vapore era installato, a cura di una ditta inglese, il nuovo e rivoluzionario apparato di propulsione, costituito da due caldaie lunghe ciascuna sei metri e da una macchina da 45 cavalli di potenza collegata a due ruote laterali del diametro di 3,60 m, ciascuna munita di otto pale lunghe 1,20 m e larghe 40 centimetri. L'alberatura era a brigantino a palo con un fumaiolo alto e sottile. A poppa venivano realizzati 16 camerini per “passeggeri di distinzione”, mentre a prora era disponibile un locale comune con una cinquantina di posti a sedere. Sul ponte c'era spazio sufficiente per imbarcare due o anche tre carrozze.

Il viaggio inaugurale. alla volta di Genova e Marsiglia, con 3 passeggeri e 11 persone d'equipaggio, ebbe inizio il 27 settembre 1818, con arrivo al primo porto intermedio, Livorno, il 5 ottobre.
All'inizio le cose non andarono affatto male, come si evince dal giornale di bordo:
"Salpammo da Napoli alle ore cinque, malgrado il vento contrario. Alle 7 eravamo al traverso del faro di Procida ed ivi essendo passato il vento ad ESE la nave provò violente scosse e si dovette fare uso di una sola ruota. Alle 6 di sera eravamo nei paraggi di capo Circello, ma il tempo procelloso ci obbligò a riprendere il largo e rivolgere la prora all'isola di Ponza. Nella notte, essendosi stabilito il vento da SE dirigemmo a Fiumicino dove si giunse a mezzogiorno. Colà vedemmo venire incontro talune barche quasi in soccorso perchè i marinari di esse, ingannati dal fumo che esalava la macchina a vapore, e dall'essere noi privi di vele, dubitavano di qualche incendio. Il capitano Libetta dopo avere rinunciato a risalire il Tevere per raggiungere Roma per i rischi che avrebbe presentato tale tratto di percorso fluviale, decise di riprendere la rotta. Erano le 10 di sera quando arrivammo a Civitavecchia e tutta la notte si rimase a bordeggiare davanti a Capo Linaro in attesa del giorno. Allo spuntar del sole ripartimmo per Monte Argentario. In quest'ultimo luogo avvenne che uno dei nostri marinari non bene istruito nel gittare il carbone dentro il fornello, danneggi la caldaia. Questo accidente ci costrinse a fermarci qualche ora a Porto Ercole da dove partimmo il 4 ottobre a mezzogiorno. La mattina seguente alle ore 9.30 eravamo in rada a Livorno".
Il 13 ottobre alle 22 il Ferdinando I salpava dal porto labronico alla volta di Genova, dove attraccava la sera dell'indomani suscitando un grande interesse negli ambienti commerciali e armatori locali.


martedì 21 maggio 2013

Il vapore, nuova fonte di energia

Dal XVIII secolo il vapore, quale fonte di energia, venne sfruttato anche sulle navi, che per le loro dimensioni e per il loro movimento relativamente dolce sono ideali per accogliere caldaie e macchine motrici.
Fu l'americano Robert Fulton a realizzare quella che può essere realmente considerata la prima nave mossa da una macchina a vapore.
Inizialmente si pensava che le navi a vapore potessero navigare solo sui fiumi o al massimo sotto costa, e quindi il loro sviluppo fu molto più veloce negli Stati Uniti, ricchi di lunghe vie d'acqua interne: appena cinque anni dopo il viaggio del Clermont erano in servizio negli Stati Uniti ben cinquanta battelli dello stesso tipo. Le velocità raggiunte da queste navi erano notevoli: la più veloce dell'epoca, la Daniel Drew del 1860, era capace di tenere una velocità media di ventidue nodi (40 km/h). Si trattava di navi molto grandi.
In Europa si cominciarono a costruire navi a vapore solo nel 1812, quando Henry Bell varò il Comet, lungo 12,2 m. e largo 3,2 m.
Benché la prima nave a vapore ad attraversare l'Atlantico nel 1819, il Savannah, fosse americana, l'Inghilterra si impose presto per la sua produzione di navi per le traversate oceaniche. Nel 1837 fu varato in Inghilterra il Great Western, una grande nave passeggeri lunga 78,15 m., larga 10,39 m. e con 1320 tonnellate di dislocamento.
Già nel 1838 la stessa compagnia costruttrice del Great Western mise in cantiere un transatlantico ancora più grande, il Great Britain, completamente in ferro, che può essere considerato il primo transatlantico veramente moderno.
Con le prime navi azionate a vapore si abbandonò la vela: la navigazione non fu più condizionata dal vento e le traversate degli oceani, tra un continente e l'altro, diventarono più rapide e sicure. Più tardi, fu utilizzata l'elica al posto delle ruote e vennero costruiti degli scafi metallici più resistenti. Così il trasporto di passeggeri e di merci sul mare, sugli oceani e lungo i fiumi aumentò.

Victor Hugo in "I lavoratori del mare", romanzo incentrato sulle vicende di una delle prime navi a vapore, la Durande, getta uno sguardo retrospettivo sull'applicazione navale della macchina a vapore, valutandola molto positivamente.

Nonostante tutte le obiezioni e le difficoltà sollevate dai difensori della vela, le navi a vapore si imposero per i loro evidenti vantaggi economici, che vengono qui brillantemente descritti. Occorre ricordare tuttavia che quasi fino alla fine dell’Ottocento la navigazione a vela veniva preferita a quella, più rapida e puntuale, a vapore, soprattutto sui percorsi oceanici battuti da venti costanti: non a caso la Durande riesce a imporre la propria presenza rendendo più facili i collegamenti a corto raggio tra le isole della Manica e la costa.

Anche se il testo di Victor Hugo è solo una finzione letteraria, esprime in modo molto concreto i dubbi e le perplessità che accompagnarono la comparsa delle prime navi a vapore con propulsione a pale.

L’impatto era prima di tutto estetico-psicologico: abituati a navi a vela che sfruttano l’energia del vento, navigando in silenzio e in armonia con la natura, i pescatori e i marinai dei primi decenni dell’Ottocento rimanevano scossi da un "mostro" che prima di tutto sembrava un oltraggio all'ambiente e al mondo tradizionale e appariva del tutto "contro natura". Anche i dotti manifestavano scetticismo e avanzavano argomentazioni pseudoscientifiche che avrebbero dovuto dimostrare l’"impossibilità" della nave a vapore. Perfino sacerdoti e pastori presero posizione contro questa "pericolosa novità" a colpi di citazioni bibliche.

Riporto un video tratto dal film "Cantando dietro i paraventi" di Ermanno Olmi che mostra tutto lo stupore di una truppa nel vedere una flotta di nave a vapore definita dall'attore "una diavoleria della modernità". Merita davvero...buona visione!










lunedì 25 marzo 2013

Il metro delle invenzioni: nave a vapore e sommergibile

Durante la lezione di venerdì scorso il professore ci ha mostrato un fantastico metro cronologico riportante le più importanti invenzioni degli ultimi 2000 anni. Tra di esse di relativa importanza per il tema da me trattano spiccano nel 1807 la prima nave a vapore (steamboat) e nel 1855 il primo sommergibile (Nautilus) funzionante.
Ma prima di arrivare a trattare queste due invenzioni bisogna partire dall'inizio della storia.

Vi riporto una foto del metro delle invenzioni