Ciao a tutti e benvenuti nel mio blog! Sono Matteo Cogno, uno studente frequentante il primo anno della facoltà di Ingegneria al Politecnico di Torino 2013. Questo blog, relativo al corso "Storia della Tecnologia" tenuto dal professore Vittorio Marchis, conterrà informazioni sulle varie tipologie di navi e sulle tecniche di navigazione che hanno caratterizzato tutta la storia, fino al giorno d'oggi.
sabato 27 aprile 2013
Departure of the winged ship - Vladimir Kush
"Departure of the winged ship" è un dipinto del pittore e scultore realista russo Vladimir Kush che credo rappresenti molto bene il tema da me trattato, quello delle navi e della navigazione.
Il dipinto rappresenta uno splendido veliero a tre alberi le cui vele sono formate da farfalle giganti. Questo particolare veliero sta salpando alla scoperta di nuove rotte spinto dal battito delle ali delle farfalle.
Le farfalle inoltre in molte colture rappresentano i migliori momenti della propria vita. Inoltre sono dei viaggiatori sorprendenti e coraggiosi. Attraversano anche interi oceani ( la famosa migrazione della farfalla monarca) grazie all'aiuto dei venti e dell'oceano.
Questo quadro, oltre al veliero, mostra una visione infinita del mare, niente appare all'orizzonte se non il cielo.
La nave solcherà i mari alla ricerca di luoghi ancora da scoprire, supererà tempeste per poi fare ritorno da dove è arrivata con nuove storie da narrare.
Queste farfalle sembrano poter far librare in aria l'enorme veliero per potergli fare ammirare il bellissimo paesaggio che lo circonda.
martedì 23 aprile 2013
Flotta europea moderna e arretratezza cinese
Dai primi capitoli del romanzo che sto leggendo non può non saltarmi all'occhio l'enorme disparità tra la flotta britannica e quella cinese. Così è scritto nel libro : " [...] i cinesi non erano preparati ed erano praticamente disarmati contro un esercito o una flotta europea moderna. [...] .
Inoltre sono presenti diverse tipologie di imbarcazioni. Oltre ai già descritti clippers armati e alle navi di linea, nei primi capitoli fanno la loro comparsa le Lorchas, le Lance, le Giunche da guerra e i Brigantini. Descriviamole un po' più nel dettaglio aiutandoci con il romanzo:
--> Lorcha : "[...] era un'imbarcazione con uno scafo di tipo cinese e con velatura all'inglese, usata per il contrabbando costiero [...] ; [...] veloci lorchas pure armate [...] . Come ben descritta dal romanzo la lorcha è un tipo di nave a vela con una giunca cinese ed una velatura europea. A causa della sua struttura dello scafo, la nave è più veloce e può trasportare più carico rispetto alla normale giunca cinese. Il suo vantaggio era la facilità di gestione e di conseguenza bastava un equipaggio minimo. Un altro vantaggio era il suo basso costo di costruzione. Grazie alla sua semplicità, era più facile da riparare.
--> Lancia : [...] vide la lancia che si staccava dai fianchi della nave ammiraglia [...]. Una lancia è una piccola imbarcazione ausiliaria, costruita generalmente in legno, avente lo specchio di poppa quadrangolare, utilizzata per trasferire le persone dalle navi alla terraferma e da nave a nave. Nell'uso comune viene indicata anche come scialuppa, tuttavia questo termine non fa parte del linguaggio tecnico marinaresco ed è scarsamente utilizzato in ambito nautico.
--> Giunca : [...] aveva affondato un'intera flotta di giunche da guerra [...]. La giunca è un tipo di imbarcazione, bastimento, della Cina e dell'Estremo Oriente. È detta così perché uno dei principali legni utilizzati per la costruzione è il giunco. I primi documenti relativi a questo tipo di nave risalgono già al 300 a.C.
La carena è piatta, la prua affilata, mentre la poppa è rigonfia. Lo scafo è diviso in compartimenti. Viene armata con due alberi, uno di maestra e uno di trinchetto, dalla caratteristica velatura steccata.
Alcune unità, soprattutto nell'antichità, erano dotate di tre alberi. Attualmente è utilizzata soprattutto come nave mercantile, mentre anticamente era utilizzata anche dalla pirateria.
Una caratteristica particolare di questo tipo di veliero è il lungo timone spesso necessario per manovrare in tratti particolarmente stretti o negli affollatissimi porti orientali.
--> Clipper : già descritti qui riporto alcune descrizioni tratte dal romanzo. [...] e tra queste navi c'erano i bellisimi clippers dagli alberi inclinati [...] le più snelle ed eleganti navi mai costruite [...]
--> Brigantino : [...] e i brigantini americani da venti cannoni, tutte navi bellissime [...]. Il brigantino è uno snello veliero, maneggevole e di dimensioni contenute, dotato di due alberi, quello prodiero armato con vele quadre, l'altro con vele auriche. Può avere un terzo albero a poppa, armato con vele auriche.
Il termine è di origine italiana (derivato da brigante, nella sua espressione originaria di componente una brigata, cioè gruppo di più persone da cui il termine). Infatti nel Quattrocento e nel Cinquecento il brigantino a vele latine era utilizzato frequentemente come unità per la guerra di corsa e la pirateria.
Inoltre sono presenti diverse tipologie di imbarcazioni. Oltre ai già descritti clippers armati e alle navi di linea, nei primi capitoli fanno la loro comparsa le Lorchas, le Lance, le Giunche da guerra e i Brigantini. Descriviamole un po' più nel dettaglio aiutandoci con il romanzo:
--> Lorcha : "[...] era un'imbarcazione con uno scafo di tipo cinese e con velatura all'inglese, usata per il contrabbando costiero [...] ; [...] veloci lorchas pure armate [...] . Come ben descritta dal romanzo la lorcha è un tipo di nave a vela con una giunca cinese ed una velatura europea. A causa della sua struttura dello scafo, la nave è più veloce e può trasportare più carico rispetto alla normale giunca cinese. Il suo vantaggio era la facilità di gestione e di conseguenza bastava un equipaggio minimo. Un altro vantaggio era il suo basso costo di costruzione. Grazie alla sua semplicità, era più facile da riparare.
--> Lancia : [...] vide la lancia che si staccava dai fianchi della nave ammiraglia [...]. Una lancia è una piccola imbarcazione ausiliaria, costruita generalmente in legno, avente lo specchio di poppa quadrangolare, utilizzata per trasferire le persone dalle navi alla terraferma e da nave a nave. Nell'uso comune viene indicata anche come scialuppa, tuttavia questo termine non fa parte del linguaggio tecnico marinaresco ed è scarsamente utilizzato in ambito nautico.
--> Giunca : [...] aveva affondato un'intera flotta di giunche da guerra [...]. La giunca è un tipo di imbarcazione, bastimento, della Cina e dell'Estremo Oriente. È detta così perché uno dei principali legni utilizzati per la costruzione è il giunco. I primi documenti relativi a questo tipo di nave risalgono già al 300 a.C.
La carena è piatta, la prua affilata, mentre la poppa è rigonfia. Lo scafo è diviso in compartimenti. Viene armata con due alberi, uno di maestra e uno di trinchetto, dalla caratteristica velatura steccata.
Alcune unità, soprattutto nell'antichità, erano dotate di tre alberi. Attualmente è utilizzata soprattutto come nave mercantile, mentre anticamente era utilizzata anche dalla pirateria.
Una caratteristica particolare di questo tipo di veliero è il lungo timone spesso necessario per manovrare in tratti particolarmente stretti o negli affollatissimi porti orientali.
--> Clipper : già descritti qui riporto alcune descrizioni tratte dal romanzo. [...] e tra queste navi c'erano i bellisimi clippers dagli alberi inclinati [...] le più snelle ed eleganti navi mai costruite [...]
--> Brigantino : [...] e i brigantini americani da venti cannoni, tutte navi bellissime [...]. Il brigantino è uno snello veliero, maneggevole e di dimensioni contenute, dotato di due alberi, quello prodiero armato con vele quadre, l'altro con vele auriche. Può avere un terzo albero a poppa, armato con vele auriche.
Il termine è di origine italiana (derivato da brigante, nella sua espressione originaria di componente una brigata, cioè gruppo di più persone da cui il termine). Infatti nel Quattrocento e nel Cinquecento il brigantino a vele latine era utilizzato frequentemente come unità per la guerra di corsa e la pirateria.
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Gli arsenali: grandi centri tecnologici
Le navi e tutte le imbarcazioni, sia in passato che ancora oggi, sono prodotte in grandi cantieri navali.
Nel passato codesti cantieri prendevano il nome di "arsenali", una sorta di città industriale dove confluivano tutte le conoscenze dei più grandi ingegni e scienziati, fra cui Galileo Galilei. Qui le innovazioni e i miglioramenti delle tecniche erano di enorme importanza per possedere la flotta più potente e garantire così alla propria città il predominio sul mare.
Negli arsenali vi era un costante bisogno di operai, carpentieri e molti altri artigiani poiché non venivano solo prodotte navi, ma anche artiglierie, equipaggiamenti e tutto ciò utile per la navigazione.
L'arsenale più importante, come già scritto in un post precedente (Link), è sicuramente quello di Venezia (nel Cinquecento era uno dei più grandi d'Europa). Proprio Galileo visitava con assiduità l'arsenale per imparare dai numerosi e complicati problemi di meccanica che venivano affrontati e risolti nella costruzione delle grandi navi veneziane. Egli così scrisse della sua visita all'arsenale: "Qui ogni sorta di strumento e di macchina vien continuamente posta in opera da un numero grande di artefici, bellissimi e di finissimo ingegno.
Vi lascio con un corto filmato in cui Alessandro Cecchi Paone racconta la storia dell'Arsenale di Venezia nel corso dei secoli approdando al suo futuro imminente di nuovo sviluppo e rilancio.
Nel passato codesti cantieri prendevano il nome di "arsenali", una sorta di città industriale dove confluivano tutte le conoscenze dei più grandi ingegni e scienziati, fra cui Galileo Galilei. Qui le innovazioni e i miglioramenti delle tecniche erano di enorme importanza per possedere la flotta più potente e garantire così alla propria città il predominio sul mare.
Negli arsenali vi era un costante bisogno di operai, carpentieri e molti altri artigiani poiché non venivano solo prodotte navi, ma anche artiglierie, equipaggiamenti e tutto ciò utile per la navigazione.
L'arsenale più importante, come già scritto in un post precedente (Link), è sicuramente quello di Venezia (nel Cinquecento era uno dei più grandi d'Europa). Proprio Galileo visitava con assiduità l'arsenale per imparare dai numerosi e complicati problemi di meccanica che venivano affrontati e risolti nella costruzione delle grandi navi veneziane. Egli così scrisse della sua visita all'arsenale: "Qui ogni sorta di strumento e di macchina vien continuamente posta in opera da un numero grande di artefici, bellissimi e di finissimo ingegno.
Vi lascio con un corto filmato in cui Alessandro Cecchi Paone racconta la storia dell'Arsenale di Venezia nel corso dei secoli approdando al suo futuro imminente di nuovo sviluppo e rilancio.
sabato 20 aprile 2013
Il nodo
L'unità di misura utilizzata nella navigazione per misurare la velocità delle imbarcazioni è il nodo. Esso, nonostante non sia un'unità di misura del Sistema Internazionale, è ampiamente utilizzato non sia in campo nautico, ma anche nella navigazione aerea e in meteorologia.
Indicato con il simbolo kn equivale ad un miglio nautico all'ora [1,852 km/h].
Anticamente in alcune navi, la velocità veniva misurata lanciando un solcometro dalla poppa. Il solcometro era formato principalmente da una sagola (corda molto sottile) alla cui estremità era legato un travetto di legno, per creare opposizione all'acqua, e lungo la quale erano stati fatti dei nodi posti ad una distanza fissa di circa 50 piede e 7,6 pollici (15,433 m). Il calcolo veniva effettuato da due marinai posti a poppa dell'imbarcazione. Uno doveva lanciare la sagola e contare quanti nodi attraversavano le sue dita, mentre un altro teneva il tempo usando una clessidra di 30 secondi. Dato che 15,433 m sono 1/120 di miglio marino, mentre 30 secondi sono 1/120 di ora, il conteggio dei nodi passati tra le dita del marinaio, in trenta secondi, corrispondeva alla velocità della nave.
Indubbiamente la definizione di nodo deriva dall'essere questo un miglio marino all'ora (1 kn = 1 nm/h), dove la misura del miglio marino - di 1852 m - deriva dall'essere questa la lunghezza dell'arco di circonferenza massima (equatore o meridiano sulla sfera terrestre) sotteso da un angolo al centro della terra di ampiezza pari a 1 primo (1/60 di grado sessagesimale). Sulle carte nautiche difatti le distanze vengono misurate riportandole sulla scala della latitudine riportata ai margini di queste.
Indicato con il simbolo kn equivale ad un miglio nautico all'ora [1,852 km/h].
Anticamente in alcune navi, la velocità veniva misurata lanciando un solcometro dalla poppa. Il solcometro era formato principalmente da una sagola (corda molto sottile) alla cui estremità era legato un travetto di legno, per creare opposizione all'acqua, e lungo la quale erano stati fatti dei nodi posti ad una distanza fissa di circa 50 piede e 7,6 pollici (15,433 m). Il calcolo veniva effettuato da due marinai posti a poppa dell'imbarcazione. Uno doveva lanciare la sagola e contare quanti nodi attraversavano le sue dita, mentre un altro teneva il tempo usando una clessidra di 30 secondi. Dato che 15,433 m sono 1/120 di miglio marino, mentre 30 secondi sono 1/120 di ora, il conteggio dei nodi passati tra le dita del marinaio, in trenta secondi, corrispondeva alla velocità della nave.
Indubbiamente la definizione di nodo deriva dall'essere questo un miglio marino all'ora (1 kn = 1 nm/h), dove la misura del miglio marino - di 1852 m - deriva dall'essere questa la lunghezza dell'arco di circonferenza massima (equatore o meridiano sulla sfera terrestre) sotteso da un angolo al centro della terra di ampiezza pari a 1 primo (1/60 di grado sessagesimale). Sulle carte nautiche difatti le distanze vengono misurate riportandole sulla scala della latitudine riportata ai margini di queste.
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martedì 16 aprile 2013
Imbarcazioni a comparti stagni componibili
Durante la fine del Medioevo e i primi anni del Rinascimento vi furono moltissime invenzioni riguardanti il mondo della guerra per migliorare sia la difesa che l'offensiva.
Tra esse si possono notare la costruzione di molte macchine e strumenti che si possono assemblare e smontare molto rapidamente, grazie all'utilizzo di ganci di collegamento e delle dimensioni dei pezzi, per consentire rapidi ed efficaci spostamenti.
Tra di esse vi sono anche delle imbarcazioni il cui meccanismo di assemblaggio è illustrato nel "De re militari" di Valturio.
Illustrazioni tratte da "De re militari" di Valturio.
Tra di esse vi sono anche delle imbarcazioni il cui meccanismo di assemblaggio è illustrato nel "De re militari" di Valturio.
Illustrazioni tratte da "De re militari" di Valturio.
sabato 13 aprile 2013
Mariano di Iacopo
Tra le opere di Mariano di Jacopo (1382-1453 circa), artista e ingegnere, una è molto importante per il nostro tema. Essa mostra una barca legata ad una fune grazie alla quale si riusciva ad attraversare i corsi del fiume e/o canale senza alcuna fatica.
Ecco riportata l'opera dell'ingegnere
Ecco riportata l'opera dell'ingegnere
martedì 9 aprile 2013
26 Gennaio 1841 - Hong Kong
Già nel prologo del romanzo "Tai-Pan" si pùò capire quanto siano importanti le navi e la navigazione.
Riporto le prime righe del romanzo che inizia così:
"Dirk Struan salì sul ponte di comando della nave di linea H.M.S. Vengeance, e si avviò a gran passi verso la passerella di sbarco. Era la nave ammiraglia della flotta, quel vascello da settantaquattro cannoni, e stava all'ancora a circa un chilometro dall'isola. Attorno a lei c'eran le altre unità della flotta, le navi che trasportavano le truppe del corpo di spedizione, i mercantili e i clippers per il trasporto dell'oppio dei commercianti inglesi che lavoravano nelle acque cinesi. Era l'alba del 26 Gennaio 1841...."
Da queste prime righe si può subito capire il periodo storico in cui è ambientato: la vicenda narrata si svolge durante il colonialismo britannico, in particolare siamo in cina quando Hong Kong viene occupata (1841) dalla Gran Bretagna durante la prima guerra dell'oppio.
Si possono inoltre apprendere molti termini inerenti alle navi:
- Nave di linea : un vascello, ovvero una nave da guerra del XVII-XVIII secolo sufficientemente armata (74 cannoni) da prendere parte ad una battaglia navale;
- Ponte di comando : Posizione rialzata per poter garantire all'equipaggio della nave una visione completa dell'orizzonte circostante la nave e facilitare le manovre della nave. Infatti è sul ponte di comando che è presente il timone;
- Passerella di sbarco : piccolo ponte temporaneo che consente il passaggio da una nave ad un'altra o per salire e scendere da essa;
- Ancora : oggetto molto pesante usato per mantenere ferma la nave in un determinato punto del mare
- Flotta : Gruppo di navi diverse, ognuna utilizzata per un determinato scopo;
- Clipper : veloci navi a vela a tre o più alberi adibite al trasporto delle merci (oppio nel romanzo) sulle rotte oceaniche che furono utilizzate sul finire del XIX secolo. Il termine deriva dal verbo "clip" inteso come tagliare i tempi di navigazione, o come fendere le onde o infine come a clip inteso come velocità o frullo di ali;
I termini sopra spiegati sono muniti di link per approfondimenti.
Riporto le prime righe del romanzo che inizia così:
"Dirk Struan salì sul ponte di comando della nave di linea H.M.S. Vengeance, e si avviò a gran passi verso la passerella di sbarco. Era la nave ammiraglia della flotta, quel vascello da settantaquattro cannoni, e stava all'ancora a circa un chilometro dall'isola. Attorno a lei c'eran le altre unità della flotta, le navi che trasportavano le truppe del corpo di spedizione, i mercantili e i clippers per il trasporto dell'oppio dei commercianti inglesi che lavoravano nelle acque cinesi. Era l'alba del 26 Gennaio 1841...."
Da queste prime righe si può subito capire il periodo storico in cui è ambientato: la vicenda narrata si svolge durante il colonialismo britannico, in particolare siamo in cina quando Hong Kong viene occupata (1841) dalla Gran Bretagna durante la prima guerra dell'oppio.
Si possono inoltre apprendere molti termini inerenti alle navi:
- Nave di linea : un vascello, ovvero una nave da guerra del XVII-XVIII secolo sufficientemente armata (74 cannoni) da prendere parte ad una battaglia navale;
- Ponte di comando : Posizione rialzata per poter garantire all'equipaggio della nave una visione completa dell'orizzonte circostante la nave e facilitare le manovre della nave. Infatti è sul ponte di comando che è presente il timone;
- Passerella di sbarco : piccolo ponte temporaneo che consente il passaggio da una nave ad un'altra o per salire e scendere da essa;
- Ancora : oggetto molto pesante usato per mantenere ferma la nave in un determinato punto del mare
- Flotta : Gruppo di navi diverse, ognuna utilizzata per un determinato scopo;
- Clipper : veloci navi a vela a tre o più alberi adibite al trasporto delle merci (oppio nel romanzo) sulle rotte oceaniche che furono utilizzate sul finire del XIX secolo. Il termine deriva dal verbo "clip" inteso come tagliare i tempi di navigazione, o come fendere le onde o infine come a clip inteso come velocità o frullo di ali;
I termini sopra spiegati sono muniti di link per approfondimenti.
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martedì 2 aprile 2013
Navigationem
Ugo di San Vittore, teologo, scrisse molte opere tra cui, molto importante, il "Discascalicon de studio legendi" che organizza le arti e le amplia aggiungendo le nuove "arti meccaniche" come si può vedere dalla seguente immagine tratta dall'opera.
L'introduzione della meccanica testimonia un nuovo atteggiamento nei confronti delle tecniche.
Ugo elogia la navigazione, in particolare quella mercantile, con queste poche, ma importantissime righe:
L'introduzione della meccanica testimonia un nuovo atteggiamento nei confronti delle tecniche.
Ugo elogia la navigazione, in particolare quella mercantile, con queste poche, ma importantissime righe:
Arsenale di Venezia
In molte opere si parla di navi e navigazione. In particolare delle navi delle Repubbliche marinare che, durante il medioevo, grazie alle loro attività marittime godevano di autonomia politica e prosperità economica.
Tra esse vi era Venezia e nel 21°canto dell'inferno della Divina Commedia del poeta, scrittore e politico italiano Dante Alighieri viene citato l'Arsenale di Venezia che rappresenta l'industria navale dove venivano fabbricate le imponenti navi veneziane. Il primo documento che ne testimonia l'esistenza risale al 1200 circa ed esso rappresenta un'anticipazione di una vera e propria fabbrica in cui, grazie alle catene di montaggio, si assemblavano i vari componenti della nave. Venivano infatti accorpate tutte le attività sparse sul territorio che si occupavano della cost
ruzione di navi e battelli, all'interno di un'immensa struttura dove si riunivano grandi maestri, architetti e operai specializzati che davano vita ad immense imbarcazioni.
Le tecniche utilizzate in questo cantiere erano all'avanguardia. All'interno dell'Arsenale vi erano molti sesti, disegni di profili, scafi delle navi e tutte le attrezzature necessarie.
« Quale nell'arzanà de' Viniziani
bolle l'inverno la tenace pece
a rimpalmare i legni lor non sani,
ché navicar non ponno - in quella vece
chi fa suo legno nuovo e chi ristoppa
le coste a quel che più vïaggi fece;
chi ribatte da proda e chi da poppa;
altri fa remi e altri volge sarte;
chi terzeruolo e artimon rintoppa -;
tal, non per foco ma per divin' arte,
bollia là giuso una pegola spessa,
che 'nviscava la ripa d'ogne parte. »
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, XXI, vv. 7-18)
Tra esse vi era Venezia e nel 21°canto dell'inferno della Divina Commedia del poeta, scrittore e politico italiano Dante Alighieri viene citato l'Arsenale di Venezia che rappresenta l'industria navale dove venivano fabbricate le imponenti navi veneziane. Il primo documento che ne testimonia l'esistenza risale al 1200 circa ed esso rappresenta un'anticipazione di una vera e propria fabbrica in cui, grazie alle catene di montaggio, si assemblavano i vari componenti della nave. Venivano infatti accorpate tutte le attività sparse sul territorio che si occupavano della cost
ruzione di navi e battelli, all'interno di un'immensa struttura dove si riunivano grandi maestri, architetti e operai specializzati che davano vita ad immense imbarcazioni.
Le tecniche utilizzate in questo cantiere erano all'avanguardia. All'interno dell'Arsenale vi erano molti sesti, disegni di profili, scafi delle navi e tutte le attrezzature necessarie.
Riporto i versi della Divina Commedia :
« Quale nell'arzanà de' Viniziani
bolle l'inverno la tenace pece
a rimpalmare i legni lor non sani,
ché navicar non ponno - in quella vece
chi fa suo legno nuovo e chi ristoppa
le coste a quel che più vïaggi fece;
chi ribatte da proda e chi da poppa;
altri fa remi e altri volge sarte;
chi terzeruolo e artimon rintoppa -;
tal, non per foco ma per divin' arte,
bollia là giuso una pegola spessa,
che 'nviscava la ripa d'ogne parte. »
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, XXI, vv. 7-18)
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